Lun. Dic 15th, 2025

DALL’ASSESSORE MARCO VULLO UNA NOTA PER LA STAMPA

Preso atto della bufera mediatica in cui – inaspettatamente e immotivatamente – sono stato tirato in ballo e catapultato, ritengo utile, opportuno e doveroso, nel rispetto dei cittadini, delle istituzioni e in omaggio alla verità, ripercorrere i passaggi in modo fedele alla realtà dei fatti, nel segno della trasparenza e onestà che hanno sempre contraddistinto il mio operato da persona impegnata nel sociale e da amministratore comunale.

Con profondo stupore, apprendo dalle testate giornalistiche online di articoli che riportano notizie relative a presunte interlocuzioni, datate marzo 2024, tra il sottoscritto e “soggetti affiliati alla mafia di Villaseta”.

In particolare, gli articoli richiamati riferiscono che in un’intercettazione, datata marzo 2024, Guido Vasile racconta ad un’amica di avermi chiesto informazioni in merito ad unatrentina di assunzioni lavorative nel settore dei rifiuti. A tale domanda, le parole messe in bocca al sottoscritto da parte del Signor Vasile sono le seguenti: “non ne sa nulla, ma che provvederà a fargli sapere qualcosa”.

Il tenore letterale degli articoli – a partire dai titoli: “il clan trattava con l’assessore”, “Assessore di Agrigento discute di 30 assunzioni nel settore rifiuti con netturbino arrestato”, “Assessore intercettato con la nuova mafia di Villaseta” – allude ad una “trattativa” tra me e il Signor Vasile Guido su questioni relative alla gestione del personale nel settore rifiuti.

Nulla di tutto questo è avvenuto, quanto incomprensibilmente paventato non risulta comprovato dalla realtà dei fatti accaduti. Ma non solo, nei brogliacci del reparto operativo dei carabinieri di Agrigento in cui è annotato il mio nome (che ad ogni buon fine si mostrano di seguito), si riporta non uno scambio di proposte e controproposte che preludono alla conclusione di un accordo con il Vasile ma, al contrario, la risposta raccontata dallo stesso, che io ovviamente faccio fatica a ricordare e che comunque, ammesso e non concesso l’abbia proferita, non lascia margini ad interpretazioni, ossia “non ne sa nulla” – aggiungendo poi –

“ma che provvederà a fargli sapere qualcosa”.

La seconda parte raccontata dal Signor Vasile, in ogni caso, altro non sarebbe, qualora

l’avessi veramente affermata, che una risposta di semplice cortesia e di garbo umano che avrei dato a chiunque. Tant’è che la questione è rimasta priva di ulteriori, concreti, sviluppi.

Dal punto di vista giudiziario, mi preme sottolineare che le indagini, dalle quali sono emerse dette intercettazioni (risalenti a marzo 2024) sono state concluse da tempo considerevole e, ad oggi, non solo non mi hanno visto accusato di alcun reato, ma neppure sono stato chiamato dall’autorità giudiziaria in veste di testimone ovvero di persona informata sui fatti.

Dal punto di vista del ruolo politico dentro le istituzioni, il sottoscritto ha sempre agito

nell’esclusivo interesse della comunità, interpretando e raccogliendo le istanze provenienti dal tessuto sociale, con l’obiettivo di dare con senso di responsabilità, risposte e soluzioni, quando queste sono legittime, praticabili e ovviamente rientranti nell’alveo della legalità.

Ritengo necessario chiarire che all’epoca delle intercettazioni, il Signor Vasile Guido, nonostante

un passato giudiziario caratterizzato da un percorso accidentato, manifestava segnali positivi nei confronti del sociale e del prossimo, svolgendo attività di volontariato in favore delle persone bisognose.

In qualità di assessore ai servizi sociali, esercitando questo ruolo come una missione sociale, supportata e alimentata da valori cristiani, non mi giro dall’altra parte ma provo sempre a tendere la mano e ad ascoltare chi ha bisogno di aiuto e di sostegno. Fermo restando che le richieste siano confinate dentro il perimetro della legalità e dei principi della Costituzione Italiana che richiama tutti, lo vorrei ricordare, a favorire la risocializzazione e il reinserimento dignitoso nella società di tutte le persone che hanno già scontato le proprie condanne.

Con il Signor Vasile mai nessun rapporto oltre il terreno delle legalità: il rapporto diretto e amicale

è stato dettato dal fatto che lui, così come tutti i componenti della sua famiglia, è utente dell’ufficio di Caf e Patronato di cui sono operatore, che ha sede nel popoloso quartiere di Villaseta, considerato dagli abitanti della zona presidio di legalità e punto di riferimento per il supporto previdenziale e fiscale offerto a tutti i cittadini. Inoltre, il Signor Vasile, non certamente per mia volontà, era stato investito dell’incarico di responsabile dei netturbini per la società di servizi di igiene ambientale per la quale lavora. Era quindi diventato inevitabilmente interlocutore delle istituzioni in tutti quei casi in cui occorreva provvedere alla pulizia dei quartieri.

Infine, intendo accogliere, con estremo favore, eventuali approfondimenti che sua Eccellenza il

Prefetto, e la Commissione antimafia presso l’Assemblea Regionale siciliana, vorranno svolgere, inclusa la mia audizione, al fine di tutelare la legalità, salvaguardare la credibilità delle istituzioni, la mia immagine e reputazione e non compromettere la serenità della mia famiglia.

A questo punto, la domanda sorge spontanea: distorcere la realtà dei fatti a chi può giovare? È

verosimile che l’imminente appuntamento elettorale possa avere innescato la macchina del fango.

Marco Vullo

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