Emergenza idrica – In Prefettura si chiarisce: il dissalatore mobile di Porto Empedocle non sarà operativo entro l’estate 2025. Resta l’ombra del rigassificatore.
A margine del tavolo tecnico che si è tenuto oggi in Prefettura ad Agrigento, con all’ordine del giorno il dissalatore mobile di Porto Empedocle, l’On. Ida Carmina commenta l’incontro e ringrazia il Prefetto Caccamo per la sollecitudine e la celerità con cui ha convocato le parti coinvolte. «Permangono forti perplessità – afferma la deputata empedoclina – riguardo al sito scelto per la realizzazione dell’opera: l’incipit di Marinella, la spiaggia di Pirandello e Camilleri, un bene non solo paesaggistico ma anche letterario e identitario, considerato “sacro” dai marinisi. Inoltre, l’opera non scongiurerà l’emergenza idrica dell’estate 2025, contrariamente a quanto assicurato dal Presidente Schifani.» L’incontro è stato comunque proficuo, quantomeno per aver chiarito molti dubbi grazie alla presenza degli enti preposti e coinvolti: il Commissario per l’emergenza idrica nazionale Dell’Acqua, Siciliacque, l’Autorità di Sistema Portuale, la Capitaneria e l’Assessore di Porto Empedocle. È stato possibile ottenere risposte concrete sul nascente dissalatore mobile e sul revamping del vecchio impianto in zona ASI, che dovrebbe essere la soluzione definitiva.Particolare attenzione è stata posta sul tema delicato dello scarico della salamoia, che – contrariamente a quanto qualcuno sembra voler minimizzare – non è semplice sale che si scioglie in mare, ma contiene agenti chimici inquinanti, con potenziali ripercussioni sulla salute umana e sull’ecosistema marino, già minacciato dall’aumento della salinità.«Ho insistito – prosegue l’On. Carmina – affinché lo scarico venga realizzato per intero e non a pochi metri dalla costa, come previsto nella cosiddetta “prima fase”. Secondo Siciliacque, è tecnicamente possibile procedere subito con la condotta da 800 metri, evitando così di suddividere i lavori in due fasi fino a dicembre. La presenza del braccio di ponente del porto, infatti, rischia di far rifluire la salamoia su tutta la costa, compromettendo la qualità delle acque.»
In risposta alle obiezioni, è stato assicurato che verrà effettuato un monitoraggio continuo da parte degli organi istituzionali preposti e, con la collaborazione dell’Università di Palermo (Ingegneria e Agraria), verranno pubblicati report istantanei e settimanali sul grado di salinità.La deputata ha inoltre sollevato la questione dei danni alle attività commerciali empedocline, causati dalle tubazioni che hanno sventrato le strade del centro e creato gravi disagi alla viabilità nel periodo estivo di massima attività turistica, ricevendo un’apertura da parte del Commissario Dell’Acqua in merito ad eventuali ristori.Dall’incontro è emerso un dato certo: il dissalatore mobile di Porto Empedocle non sarà operativo entro l’estate in corso, contrariamente a quanto dichiarato frettolosamente dal Governo regionale. Non garantirà quindi i 96 litri al secondo promessi, né contribuirà a risolvere l’emergenza idrica per il territorio agrigentino in questo periodo . Infine, per quanto riguarda il revamping del dissalatore fisso nell’area ASI, previsto nella seconda fase, è stato assicurato che il progetto prosegue: le risorse finanziarie sono disponibili e le procedure dovrebbero concludersi entro fine anno, con l’acquisizione dei pareri e dei nulla osta tramite conferenza dei servizi, per poi dare inizio ai lavori Tuttavia, su questa vicenda incombe ancora l’ombra del rigassificatore, che sembra aver avuto un ruolo non secondario nella scelta attuale di utilizzare la spiaggetta per il dissalatore mobile, in quanto vi sarebbe incompatibilità del rigassificatore con i dissalatori nella zona ASI. Porto Empedocle non può continuare a subire questa ingombrante Spada di Damocle sul proprio destino. Un destino che coinvolge non solo la città, ma tutta la provincia e la stessa Agrigento: un ecomostro pericolosissimo, soggetto a rischi di incidenti rilevanti per esplosione, non può essere realizzato a ridosso di un centro abitato e nella buffer zone della Valle dei Templi, tanto più in un contesto internazionale segnato da crescenti insicurezze, guerre incipienti e allarmi terroristici. Il territorio agrigentino deve essere liberato da presenze e interessi che ne impediscono lo sviluppo e va difeso. La fascia costiera e la Valle dei Templi hanno una vocazione ben diversa, ed è questa la strada che dobbiamo perseguire.