Mar. Giu 17th, 2025

Caro Leone ti scrivo… è giunto il momento di un radicale cambiamento

di Paolo Rodari

Il mensile “Donne Chiesa Mondo” de l’Osservatore Romano rilancia una missiva di suor Martha Zechmeister al Papa: «È giunto il momento che donne siano incluse senza alcuna restrizione in tutti i ministeri e livelli della Chiesa»

Una lettera che il mensile dell’Osservatore Romano, “Donne Chiesa Mondo”, ha deciso con coraggio di rilanciare. E non è poco. Perché la missiva che suor Martha Zechmeister – della Congregazione delle Dame inglesi, e docente di teologia sistematica all’Uca, l’Università Centroamericana in El Salvador – ha inviato a Papa Leone nel giorno della sua elezione al Soglio di Pietro (8 maggio 2025) entra nel cuore di un problema ancora non risolto, uno scisma di fatto, ovvero «il lento e inarrestabile esodo delle donne (e degli uomini) che non si ritrovano più in una Chiesa che rimane simbolicamente e strutturalmente maschile». Su “Donne Chiesa Mondo” è stata un’altra teologa a scriverne, Marinella Perroni, che ricorda come la lettera di Zechmeister testimoni una sofferenza di molti cattolici per un allontanamento che nulla ha a che vedere con «quello tanto minacciato da parte di alcuni vescovi aggrappati a una tradizione senza storia», quanto appunto l’esodo dalla Chiesa di tante donne che dentro la comunità ecclesiale non si sentono più a casa propria.

Zechmeister scrive che come Robert Francis Prevost condivide la decisione, a un certo punto della propria esistenza, di andare «via dal Nord del mondo, da una società privilegiata, per trovare la nostra nuova casa in America Latina, dove ci troviamo di fronte direttamente a ciò che le politiche imperialiste dei “paesi sviluppati” stanno facendo in altre parti del mondo».

La richiesta della religiosa è semplice: «È giunto il momento – scrive – che donne siano incluse senza alcuna restrizione in tutti i ministeri e livelli della Chiesa». Scrive: «Non come un gesto, non come un’eccezione, non come un segno simbolico. Ma in piena uguaglianza. Non si tratta di potere. Si tratta di dignità. Si tratta della verità. Si tratta del Vangelo». Ma specifica meglio: «Per essere chiara: non voglio affatto questo ministero. Non l’ho mai voluto e, a quasi 70 anni, sarebbe ridicolo. Ma vorrei contribuire a trasformare radicalmente il ministero, il servizio nella Chiesa. Così che lo riprogettiamo nuovo dalla radice, più simile a Gesù, più fraterno e sororale. Non un privilegio esclusivo di un genere, ma un servizio comune di uomini e donne. Questo ministero dovrà cambiare, nei suoi simboli, nella sua messa in scena, in tutto».

Per Zechmeister «l’argomento non può più essere rimandato». Perché, appunto «lo scisma è in atto da tempo». Si tratta di una fuga dalla Chiesa non tanto sotto forma di protesta, ma il più delle volte «silenziosa, inosservata, frustrata». «Lo scandalo – continua – non è un po’ di fumo rosa sopra la Basilica di San Pietro; Il vero scandalo è che la rappresentazione di Gesù sia ancora messa in scena come un privilegio maschile».

Dice su “Donne Chiesa Mondo” Perroni che le parole di Zechmeister sono «nette e proprio per questo coraggiose, rese forti dalla consapevolezza che le donne nella Chiesa non possono né devono più tacere se non vogliono rendersi colpevoli di contribuire “a sfigurare il volto di Gesù nella Chiesa”». Sono «parole radicate nella coscienza di genere che molte donne cattoliche hanno maturato in questi anni e che le porta a rifiutare di continuare a essere “ben educate e conformiste che fanno funzionare il sistema”».

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