Gio. Dic 18th, 2025

OMBRE SCOLPITE di Alfonso Gueli

In scena al CIRCOLO EMPEDOCLEO il 19 dicembre

VIA ROMA 15, SCALA B

     L’amore è il grande assente e l’abbraccio è un gesto mancato.

     L’incontro con l’altro – pur atteso e  desiderato – troppo spesso annega in una quotidianità deludente, in cui ciascuno rimane avvinghiato soprattutto a se stesso.

     Le piccole incomprensioni, i problemi, gli slanci, le aspettative, le inquietudini, le parole dette e i sentimenti non confessati… il tutto sotto l’occhio apparentemente distratto di un nonno sordo e presente in scena dall’inizio alla fine.

     Le tematiche, affrontate con leggerezza, sono quelle comuni a tutte le famiglie: soprattutto i rapporti tra genitori e figli e tra marito e moglie, ma anche con sorelle, cugini, cognati… mentre i suoni dei telefonini, del campanello d’ingresso e del televisore sempre acceso si susseguono implacabilmente. E poi ci sono le canzoni e la pubblicità che irrompono fragorosamente, le scene comiche, i momenti di malinconia, le insofferenze e, qua e là, il bisogno e l’incapacità di comunicare come si vorrebbe.

     Il filo conduttore? La vita stessa, che fa sognare e anche soffrire, quella vita che – appena accennata sulla scena – scende dal palcoscenico e s’insinua in platea, tra noi spettatori che ci illudiamo di tenerla stretta tra le mani.

        La vita – se ci pensiamo bene – è fatta di piccole cose che scandiscono un cammino e disegnano una ragnatela di sogni e di risvegli: e ci stanno dentro gioie, amori, entusiasmi; ma anche dolori, rabbie, malinconie, disillusioni… Ci sta dentro la vita di ciascuno di noi.

      Tanti sono gli uomini e le donne che non riescono a essere protagonisti della propria vita e a determinare il proprio destino. Anche se sembrano impegnarsi per raggiungere un traguardo, in realtà non sempre riescono a cogliere le opportunità che la vita può offrire. Sono comparse di una rappresentazione in cui è il caso a determinare lo sviluppo e l’epilogo della storia.

                                     Lia Cipolla

                                           in

                         “CORRENDO CONTROMANO”

                                       *

                                         Al pianoforte

                              Isabella Di Salvo   

                                            *

                                      Testo e regia

                                    Alfonso Gueli

Note dell’autore

     “Vi è mai capitato di ‘rivedere’ la vostra vita come in un film girato con una videocamera di cui non avete mai sospettato l’esistenza? A me sì, una notte d’estate, mentre dal cielo si staccavano decine di stelle cadenti.”

      Comincia così “Correndo contromano”.

      Lo sguardo della Protagonista, seguendo il cammino di una stella , si ferma di fronte a una stanza a pochi metri da lei, dove una donna che le assomiglia – ma anziana e coi capelli bianchi – si muove stancamente.

      Allora, involontariamente, comincia a ripercorrere le fasi della sua vita: l’infanzia, la giovinezza, la professione scelta che non la soddisfa, l’attività artistica che avrebbe voluto svolgere…

      Una donna e una malinconia che viene da lontano si fanno compagnia, si sorreggono e a tratti si allontanano.

     Si susseguono trasalimenti, improvvise accensioni, momenti di tenerezza, di solitudine, di rabbia, di gioia di vivere… un insieme di sentimenti e di pensieri, tanti pensieri che fanno riemergere soprattutto i ricordi.

     A volte, sembra che la protagonista giochi a nascondino con quella parte di sé stessa che forse è la più autentica: la cerca tra le parole non dette e le promesse non mantenute… con la paura (o è soltanto pudore?) di trovarsi di fronte un’altra “lei”, quasi sconosciuta eppure profondamente vera. Affascinante e ambigua come i sogni, come il suo bisogno di guardare sempre un po’ più in là, dove spesso non sa spingersi neanche la fantasia. Alfonso Gueli

OMBRE SCOLPITE

(Note dell’autore)

Piccole storie di gente comune. Storie a volte divertenti, altre drammatiche, altre ancora paradossali, ma sempre “vere”, che si susseguono accanto al presepe, alla vigilia di un Natale contemporaneo, dove, oltre alle statuine di terracotta, incontriamo uomini e donne in carne e ossa, in un alternarsi di volti e di voci, di molti dubbi e di poche certezze.

Tra i personaggi che si alternano su un piccolo palcoscenico, L’Emarginato, La Nostalgica, il Vecchio, il Pilota in crisi, la coppia annoiata… e tanti altri: entrano in scena, raccontano la loro storia e subito dopo spariscono… ombre scolpite nella nebbia di un presente che sempre più delude e sfugge alla comprensione.

Ciascuno è desideroso di stare, almeno per qualche minuto, al centro dell’attenzione di chi ascolta; ma tutti, pur immersi nella magica atmosfera dei Natale, sentono che la loro vita continuerà come prima, come sempre, anche dopo che le luci colorate del presepe verranno spente.

Alfonso Gueli

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