Sab. Dic 6th, 2025

I SETTANT’ANNI DELL’AMICO DEL POPOLO

 nei ricordi di Enzo Minio

L’8 dicembre 2025 è una data speciale: il  settimanale diocesano, L’Amico del Popolo, spegnerà ben 70 candeline! Sette decenni di informazione, fede, cultura, cronaca locale e voci della nostra Diocesi.
Ma L’Amico del Popolo non è fatto solo di inchiostro e carta; è fatto soprattutto di persone, di ricordi e di legami che hanno attraversato generazioni. Enzo Minio è stato uno dei maggiori collaboratori e qui  pubblichiamo i  ricordi  della sua cinquantennale attività.
“Non è certamente facile ripercorrere oltre 50 anni di collaborazione giornalistica a L’a­mico del Popolo che definisco “nostro” perché in esso c’è un consistente pezzo della mia vita e mezzo secolo di cronistoria locale e provin­ciale. È un sentito Amarcord. Iniziai a scrivere quasi ventenne su suggerimento del parroco del mio paese don Francesco Venezia. Non avevo la macchina da scrivere. Ricordo che ho inviato per un paio di anni gli articoli alla reda­zione scritti su fogli di quaderno scolastico a righe e per posta.Il direttore del settimanale all’inizio degli anni ’70 era Alfonso Di Giovanna che, doven­do leggere gli articoli, talvolta non riusciva a capire il significato dei termini a causa della mia ingarbugliata grafìa. Il problema lo ri­solse mia nonna Caterina che nel 1972, per il compleanno, mi regalò una macchina da scri­vere nuova di zecca, una Olivetti 32, modello Valentine, rossa, che campeggia ancora in un angolo della mia scrivania. Nacque con l’iscri­zione all’Ordine dei  Giornalisti di Sicilia la mia attività giornalistica per pura passione e tanto entusiasmo.

A L’Amico del Popolo conobbi tanti colleghi giovani e, soprattut­to, anziani che mi diedero preziosi consigli. Ho avuto come direttori del settimanale Alfonso Di Giovanna, mons. Giuseppe Petralia, don Domenico De Gregorio, coadiuvato come condirettore da don Giuseppe Ferranti e oggi il nostro inter­locutore resta don Carmelo Petrone, con una puntuale telefonata settimanale della collega Marilisa della Monica che ci sprona a scavare dentro la notizia. Per il settimanale avrò scritto almeno 50 ar­ticoli l’anno per circa 2.500 pezzi in 50 anni. Tanti i ricordi, i problemi sollevati, la gente conosciuta, le soluzioni raggiunte, la verità sbandierata a testa alta. Mi rimangono im­pressi due fatti. A Calamonaci, un articolo su L’’Amico, che denunciava come i ragazzi dove­vano recarsi a piedi per frequentare la scuola media nella vicina Ribera, finì,( inviato da un insegnante delle elementari, Vincenzo Sortino, che fu pure sindaco) sul tavolo del presidente della Repubblica Giovanni Leone. L’anno dopo nasceva la scuola media a Calamonaci.

 Così iniziai la mia attività giornalistica per pura passione e tanto entusiasmo.

Un servizio di un’intera pagina sui “Viag­gi tra i comuni della provincia” denunciò la difficoltà dei cittadini di Linosa delle Pelagie di sbarcare dal traghetto. L’articolo servì per spingere il finanziamento del molo di attrac­co.

Non mancarono talvolta anche i lavori ma­nuali del corrispondente come correggere le bozze davanti alla linotype del piombo della tipografia della famiglia Sarcuto, incollare le etichette degli indirizzi degli abbonati sotto la testata e soprattutto partecipare attivamente alle riunioni di redazione.”(Enzo Minio)

Nella fotogallery: la cerimonia che si è svolta nella Sala Zeus del Museo Griffo.

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