Gio. Ott 23rd, 2025

NO AL DIVIETO DELL’EDUCAZIONE AFFETTIVA NELLE SCUOLE: LA CGIL E IL COORDINAMENTO DONNE CONTRO UNA SCELTA IRRESPONSABILE

La CGIL di Agrigento, congiuntamente al suo ccoordinamento pari opportunità esprime contrarietà e preoccupazione di fronte all’emendamento proposto dalla Lega in relazione alle modalità con cui si intendono affrontare le tematiche affettive e relazionali negli istituti scolastici italiani.

In particolare: l’emendamento – già approvato in Commissione Cultura della Camera – prevede un divieto assoluto, fino alle scuole medie, di trattare temi aventi ad oggetto l’educazione sessuale/affettiva, mentre per le scuole secondarie di secondo grado (licei, istituti superiori) questa, potrà essere svolta solo previo consenso informato delle famiglie, che dovranno conoscere i contenuti e i materiali didattici.

Secondo i rappresentanti sindacali Alfonso Buscemi e Caterina Sparacino, una simile misura non solo rappresenta un grave passo indietro sul piano educativo e culturale, ma è anche un attacco frontale agli strumenti fondamentali per la prevenzione di fenomeni di violenza interpersonale come bullismo o violenza di genere, soprattutto, in un Paese dove i casi di violenza sulle donne continuano a colpire con drammatica regolarità: dall’inizio del 2025 ad oggi si contano in Italia circa 70 femminicidi.

Riteniamo che vietare l’educazione affettiva nelle scuole, si traduca nella privazione di un diritto fondamentale per le giovani generazioni, che permetterebbe, invece, attraverso un adeguato percorso formativo, di crescere nel rispetto di sé e degli altri, riconoscendo la parità tra i generi, contrastando quei modelli culturali violenti, patriarcali, discriminatori e stereotipi tossici provenienti, talvolta, dai social e dal web.

Ribadiamo, con forza, – continuano il Segretario Generale e la coordinatrila posizione della Cgil in questo ambito, che crede fermamente che parlare di affettività e rispetto dei corpi nelle scuole non rappresenta un pericolo, bensì una protezione.

Chiediamo, dunque, al Governo di rivedere questa decisione, avviando un percorso al passo con i tempi per garantire che le scuole restino luoghi di formazione, consapevolezze e diritti

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