di Paolo Cilona
Dopo il capitano inglese Alexander Hardcastle del tutto dimenticato da “Agrigento capitale della cultura” un altro personaggio storico si rammarica per essere stato trascurato da parte degli organizzatori degli eventi. Ed è proprio vero che spesso “la storia è colma di esaltazioni immeritate e di grandi valori trascurati”. Sarebbe ingiusto e ingeneroso abbandonare nell’inceneritore della memoria, come purtroppo accade, uomini come Empedocle, Hardcastle, Pirandello, i fratelli Sinatra, Giuseppe Picone, Michele Fodera’, Michele Lizzi che hanno donato disinteressatamente la loro esistenza per la cultura con il solo scopo di dare dignità al territorio agrigentino. Dall’alto dove regna l’immortalità una voce di protesta si diffonde sui tetti di Agrigento. È quella del poeta greco Pindaro, l’artista che con i suoi versi ha immortalato Agrigento come la città più bella dei mortali:”…Ti invoco città di Persefone, città la più bella fra quante albergo d’uomini, o amica del fasto, che presso Akragante ferace di greggi, ti levi sul clivo turrito: O signora, gradisci benevola, e teco si accordino gli uomini e i Numi, da Mida le foglie del serto di Pizo gradisci, e lui stesso, che vinse gli Elleni nell’arte in cui Pallade un giorno rinvenne intrecciando la nenia feral da le Gorgoni…”. E’ vero, hanno solo pensato ad altro dimenticandolo. Nessun convegno nessuna iniziativa a carattere storico. Non è il solo. Anche il grande Empedocle esprime dall’alto la sua amara delusione. Non basta citare solo: acqua, aria, terra e fuoco. Proprio lui nume immortale ignorato dagli amici dell’Urbe. İl programma di Agrigento capitale della cultura ha spazzato via le potenzialità della sua storia millenaria per fare spazio alle canzonette e a certi programmi che non hanno alcuna affinità.