Mer. Nov 26th, 2025

“I TEORIZZATORI DEL” VASA-VASA”

Brano tratto dal libro “METAVERSI APOCRIFI” di Giuseppina Iacono Baldanza

Come dice Paolo Cilona nel suo articolo, RIMEDIARE AD UNA GRAVE DIMENTICANZA, “NIENTE PIÙ ORMAI CI STUPISCE” “Ma no!-aggiungo ioc’è satira… c’è speranza”.

PATRIMONIO REGIONALE

La mafia è nostra, anzi è “COSA NOSTRA”! Questo merito, senza falsa modestia, lo rivendichiamo con orgoglio come“PATRIMONIO REGIONALE”, per smentire l’inaccettabile nomea di popolo disorganizzato, lagnusu e nullafacente.Dopo averla analizzata, verificata, testata, l’abbiamo istituzionalizzata, promuovendola a prodotto regionale con“MARCHIO D’ORIGINE CONTROLLATA”, talmente controllata che “ non si muove foglia che Mafia non voglia”. Essa rappresenta un unico canale di Welfare sburocratizzato, senza cavilli e domande in carta bollata, và! Ne godono tutti,persino i dissociati con la “CASSA” d’integrazione, rigorosamente in legno di noce la cui variante è il colore: tinta chiarao tinta scura, liberamente scelta dai familiari.Virità pi virità, già lo “STATO CENTRALE” ha pensato d’ organizzare la Regione con uno “STATUTO SPECIALE” e con“PATTI TERRITORIALI A PARTECIPAZIONE ALLARGATA” talmente allargata che “COSA NOSTRA” è solo cosa d’iddri i cosi d’iddri non appartengono più a cosa nostra. Ne viene fuori un modello di società compartecipata e associata, ma dissociata da alcune teste calde della magistratura che malamente definiscono tali affari “Appropriazione indebita”, e di certi movimenti mestatori che s’impegnano a fare bordello e sconzajocu (vedi Radio Out, Libera, Addio pizzo, Telejato ecc.) la cui intenzionalità è quella di rompere l’omogeneità di questo collettivismo d’impegno sociale. Il “Format organizzativo”, senza falsa modestia, l’abbiamo ammintato noi e denominato “CUPOLA”, parola dubitativache ti fa venire ‘n mente due cose: una anatomica, senza bisogno di un accrescitivo aggiuntivo, e l’altra religiosa; non a caso, ma per un giusto riconoscimento sia al valore mascolino che a quello iconografico. A riprova basta dare un’ occhiata panoramica per capire che dai noi ci sono più bordelli e Chiese che case. E ‘i Chesi servono, eccome! per una cristiana raccomandazione, s’intende! È con la preghiera giusta che si può trovare una buona sistemazione; è con una adeguata benedizione che si fa un ottimo affare; è il luogo di confessione e penitenza che, dopo “deci Avemarie e Patrinostri” recitatii lesto lesto, puoi arricominciare a fare ciò per cu,i un paio di minuti prima, t’aviàtu pintutu; è il luogo ultimo di raccoglimento, prima d’essere acchiappato dalle Forze dell’ordine. E così via. Ecco perché ci incazziamo di brutto quando, per definizione straniera, la nostra viene soprannominata “Organizzazione criminale”, solo perché qualche volta ci scappa pure il morto. Ma questo succede anche nelle terre più evolute! Solo che, quando da noi succede, specie se si tratta di stragi o sostanzioso malaffare, il colpevole non scappa ma, per espiare la pena, si inserra da sé in un casolare e di là non si cataminja, se prima non ci vanno i carrabinera a liberarlo. Appena quest’ultimi aprono la porta, come prima visione, si trovano davanti: un tavolino con la Bibbia aperta e quadri di santi appizzati ovunque, compreso Santo Domingo in cartina geografica, cerchiato di rosso, con il solo intendimento di rendere visibile l’aureola. Le Forze dell’ordine, come da protocollo, dicono: “Mani in alto”. La risposta è: “Datimi tempu di finiri ‘sta pagina di Vangelu”, senza obbligo di verifica per capire bene se quella pagina la legge o la guarda. Dopodich si congratula con la Benemerita e, da rispettabile “Uomo d’onore” la segue. Quelli che non si inserrano da se stessi, dedicano il loro tempo alla “Famiglia” dove nessuno può sottrarsi al “Rito del Battesimo”, una specie di “Fai da te” senza l’obbligo dell’Officiante. Se qualcosa va a pezzi o si fa qualcuno a pezzi, perché “cosa nostra” si converta in “cosa muta”, la Famiglia si avvale delle competenze speculative della branca archeologica, per scavare nei siti appositi con cautela e perizia; ma non pigliano, anzi ‘nfussunano nuovi reperti per i posteri; così che ai vasi, alle anfore e ai sarcofagi di età ellenica, si possono reperire pezzi di braccia, gambe, crani freschi freschi,  mitragliette, revolver e kalashnikov.Se la famiglia è sacra, così l’amicizia. Non siamo noi i teorizzatori del “vasa vasa” per rendere saldo il legame? “Collusione… collusione! – gridano i magistrati in preda al delirio- perché si deve tenere conto del soggetto che si vasa.”“Ma quale collusione e collusione! – rispondiamo noi ‘ncazzati per l’inesattezza del termine – Collisione semmai, tenuto conto della toccatina del “vasa vasa” accu degghé e comu degghé!”.

Le foto sono di SATIRA AGRIGENTINA

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