Gio. Ott 23rd, 2025

RANUCCI DOCET IN SICILIA E DOVUNQUE

(di SALVATORE PETROTTO)—L’attentato a Ranucci mi fa tristemente venire in mente ciò che mi è successo e continua a succedermi da oltre quarant’anni a questa parte ‘per avere parlato e per continuare a parlare troppo’.

Anch’io, purtroppo, so cosa significa subire una lunga serie di atti intimidatori, di attentati, oltre che di querele e denunce calunniose.

Ma ciò che ci ha colpito stamattina è la risposta che, un nostro concittadino, ha ricevuto per avere pubblicato un semplice post per protestare contro i lunghi turni per avere l’acqua a casa.

Forse è la riprova che non solo a Racalmuto, ma questo vale in tutt’Italia, ed ormai credo nel mondo intero, che ogni volta che si protesta, anche del tutto timidamente, per qualche cosa che non va è perché ce l’abbiamo, per partito preso, col l’Amministrazione locale di turno, col Governo Nazionale o, addirittura, con Donald Trump, uno dei ‘padroni’ del mondo.

Della serie che non si può parlare più, non si può contestare più niente!

Quando ti finisce bene ti rispondono a tono, provocandoti pure!

Altrimenti, se parli e denunci troppe cose pubblicamente, come fa Ranucci, non è che fanno ricorso solo alle querele ed alle denunce calunniose. A chi sta al potere si aggiunge magari qualche, si fa per dire , ‘scalmanato’, invogliato dal clima di delegittimazione, che ti mette pure una bomba sotto la macchina, per farti saltare in aria.

Qualcosa di simile è capitato pure a me.

E non mi riferisco solo alle querele ed alle denunce calunniose, ma anche ad un’auto, una vecchia FIAT Tipo rossa che nel 1996 mi hanno fatto saltare in aria davanti casa, per due volte nel giro di una settimana.

Salvo poi, qualche illustre pentito d’occasione, dire che quei due attentati me li sarei fatto io. Questa è stata poi l’ulteriore cocente delegittimazione nei miei confronti.

Dovevo pagare il prezzo di avere detto determinate verità e di essermi costituito, da sindaco, parte civile contro alcuni mafiosi pentiti, ‘ma non troppo’ che, tra l’altro, sulla scomparsa del capo ufficio tecnico del Comune di Racalmuto, del quale si è perso traccia a partire dal 1998 (lupara bianca per intenderci) sull’omicidio di un giovane avvenuto qualche anno dopo, e su tante altre cose, comprese le intimidazioni e gli attentati che hanno fatto contro di me, avevano detto forse una serie di fesserie.

Dopo i favolosi anni Ottanta del Novecento, a distanza di oltre 40 anni, anche a Racalmuto vogliono che ritornino prepotentemente i bei tempi, per loro, delle tre scimmiette (non vedo, non sento, non parlo).

Guai ad essere delle voci fuori dal coro.

Se ti va bene, ti querelano e ti denunciano in maniera calunniosa. Altrimenti si arrabbiano, ti provocano e ti denunciano pure, sempre in maniera calunniosa, intimidatoria e per zittirti, per ridurti al silenzio più totale.

E qualcuno poi, questo è l’estremo passo successivo, approfittando dell’occasione, tenta pure di ridurti al silenzio eterno, con tanto di attentato.

Il caso Ranucci docet.

 

 

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