Dopo il secondo grande successo con “Teras Tiresia”, si è conclusa martedì 30 settembre nel chiostro del Teatro Pirandello, all’interno della rassegna “Sinfonie di una Capitale – Giardini Culturali”, il trittico dal titolo “Variazioni Sul Mito”. Il progetto nasce da un’idea di Beniamino Biondi con l’obiettivo di offrire al pubblico una proposta di teatro colto che intreccia pensiero, emozione e memoria, e di riportare il mito classico al centro della scena contemporanea, attraverso rielaborazioni originali e testi di autori moderni.
Il progetto “Variazioni sul Mito” nasce dalla volontà di riattivare il mito greco nella sua dimensione viva, teatrale e interrogativa, restituendolo alla scena non come reperto, ma come materia pulsante, ancora capace di parlare al nostro tempo. Questa prima edizione ha proposto tre spettacoli che rappresentano, in forme e linguaggi diversi, la rilettura creativa e critica del mito antico, attraversando la voce femminile, la memoria collettiva e la riflessione identitaria.
L’ultimo appuntamento aveva per titolo “Frammenti” ed è stato un collage per proporre una sorta di anticipazione di progetti futuri, presentando alcuni lavori in corso su testi scelti e adattati da Beniamino Biondi, soprattutto con riferimento a lungo lavoro sulla dimensione mitica realizzato di cui è esempio il primo monologo. Si è iniziato proprio con l’interpretazione di “Elena” del poeta neoellenico Yannis Ritsos, con Marcella Lattuca (finalmente “utilizzata” al meglio delle sue possibilità) in scena con la regia di Francesco Capitano che tra l’altro alcuni anni fa l’aveva lanciata come protagonista di “Ritorno a casa” di Pinter in una serata epica al Posta Vecchia.. Si è proseguito con il dialogo di Medea e Giasone, dalla “Medea” di Euripide, nei passaggi di maggiore tensione emotiva e verbale, con la lettura di Rosa Maria Montalbano e di Paolo Di Noto. Si è concluso con un’ultima lettura interpretata di “Clitennestra o del crimine”, monologo straordinario di Marguerite Yourcenar, ancora per la voce di Rosa Maria Montalbano.
Tre voci di donne hanno attraversato questa serata di teatro, incarnando la frattura tra mito e umanità. Elena di Ritsos, Clitennestra di Yourcenar e Medea nel suo confronto con Giasone e ci hanno guidato in un viaggio dentro il cuore spezzato e lucido delle eroine tragiche. Non più soltanto icone del passato, ma coscienze che interrogano il presente. Ciascuna, a modo suo, rivendica la propria verità: Elena smaschera l’illusione, Clitennestra rilegge il delitto, Medea brucia nella ferocia del rifiuto. Le loro parole sono fenditure nella pietra del mito — e da lì sgorga un’umanità profonda, inquieta, irriducibile.
I frammenti sono stati intervallati da un preciso contrappunto musicale eseguito dal Maestro Filippo Portera che ha eseguito tre musiche originali tratte dalla sua opera “Metamorfosi”, ispirata a Ovidio e inserita nei primi 100 dischi del jazz italiano: CICNO (la nascita del Cigno bianco) – GLAUCO (l’ amore verso Scilla) – ICARO (in volo), tutte eseguite per diversi strumenti e anticipando la realizzazione integrale dell’opera.
















