Joppolo Giancaxio, Santa Elisabetta, Sant’Angelo Muxaro (AG)– Nostòs, ritorno, là dove tutto è iniziato, alle radici del mito: che un grande regista come Gabriele Vacis fa suo, cercando nei sentimenti, nella rabbia, nella ricerca di vendetta dei personaggi delle tragedie classiche, gli spunti per leggere la contemporaneità. Per Vacis i miti non muoiono, un ciclo continuo che si rigenera: e i giovani attori/autori del Collettivo PoEM riescono a renderli chiavi per parlare di guerre, conflitti, riarmo; ma anche per chiedere pace, pace e ancora pace.
Sarà PoEM a riprendere in mano tre grandi spettacoli della compagnia per trarne altrettante “meditazioni”, spunti, costruzioni di pensiero e di comunità: nascono così un Prometeo titano di oggi, nel bene e nel male; il coro di donne Fenicie e i saggi dei Sette a Tebe, uniti nella condanna della lotta fratricida tra Eteocle e Polinice.
Tutto questo prende vita sui monti Sicani, secondo capitolo di Nóstos – Parole del mito nei borghi del mito, progetto teatrale diffuso, rito collettivo che attraversa tre borghi dell’Agrigentino, Joppolo Giancaxio, Santa Elisabetta e Sant’Angelo Muxaro, custodi silenziosi di storie arcaiche e radici profonde. Tre comunità lontane dai circuiti turistici, che riscoprono radici, voce e memoria; tre giornate per tornare là dove è nato il mito.
C’è stato già un primo capitolo a maggio scorso, con il gruppo del Teatro alla Guilla guidato da Valerio Strati; ora si ritorna sui Sicani con Gabriele Vacis e il Collettivo PoEM: venerdì 26 settembre a Santa Elisabetta, con “Meditazione su Prometeo”, sabato 27 a Joppolo Giancaxio con “Meditazione su Le Fenicie” e infine domenica 28 a Sant’Angelo Muxaro con “Meditazione su Sette a Tebe”, sempre alle 18, spettacoli itineranti preceduti da altrettanti laboratori (dalle 15.30 alle 17) con la comunità residente.
In scena, con la direzione artistica di Gabriele Vacis, gli attori del Collettivo PoEm, Potenziali Evocati Multimediali: Davide Antenucci, Erica Nava, Andrea Caiazzo, Edoardo Roti, Enrica Rebaudo, Lorenzo Tombesi, Eva Meskhi, Roberto Tarasco.
Il progetto, ideato da Laura Anello, giornalista e presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori, è promosso dai tre Comuni, inserito nel metaprogetto di rigenerazione culturale e sociale “Mitologia, Storia e Tradizioni: rigenerazione dei borghi della Valle dell’Akragas”, finanziato dal PNRR – M1C3 – Investimento 2.1 “Attrattività dei borghi – Linea B”.
“Nóstos si è rivelata un vera opportunità per i nostri borghi, il primo capitolo è stata una festa per l’intera comunità, con gli attori, i musicisti e tanti spettatori arrivati anche da lontano. Non vediamo l’ora di ripetere l’esperienza”, interviene Angelo Tirrito, sindaco di Sant’Angelo Muxaro, con Liborio Gaziano, sindaco di Santa Elisabetta e Giuseppe Dato, sindaco di Joppolo Giancaxio.
“Siamo felici di essere riusciti a portare la grande parola del mito in questi luoghi – dice Laura Anello – attraverso tre spettacoli firmati da un grande regista contemporaneo che più che mai oggi entrano nei grandi temi del nostro presente: la guerra, il dolore, la vendetta, la tracotanza, la fragilità umana. Spettacoli che saranno agiti e vissuti con le comunità, e che diventeranno esperienza viva per gli spettatori, parte integrante della narrazione. Grazie ai Comuni per avere accolto questo nostro progetto che speriamo possa diventare un appuntamento stabile anche nei prossimi anni”.
La partecipazione gratuita agli spettacoli e ai laboratori è gratuita, prenotazioni aperte su www.nostos.info Per informazioni: +39 389 2350723 – info@nostos.info
IL PROGRAMMA NEI TRE BORGHI
Venerdì 26 settembre ore 18 – Santa Elisabetta
Sulle orme di Prometeo, il titano che rubò il fuoco agli dei
Un Cristo di oggi che offre il suo aiuto agli uomini: il mito di Prometeo racconta di un tempo che viene prima del tempo, di uno spazio che non è uno spazio. E questa “Meditazione su Prometeo”, performance itinerante del Collettivo PoEM, Potenziali Evocativi Multimediali, con la regia di Gabriele Vacis, lo rende un uomo di oggi con le sue paure, le debolezze, la voglia di emergere. Il titano ha rubato il fuoco agli dèi per donarlo agli umani, per questo Zeus lo punisce, inchiodandolo a una rupe ai confini del mondo, in Scizia. Lì, sofferente ma non del tutto vinto, riceve delle visite: le Oceanine e il loro padre, Oceano, e poi la vergine Io, per ultimo Hermes. C’è chi lo raggiunge per scelta e chi ci capita, ma in entrambi i casi questi incontri sembrano essere più delle visioni che dei veri e propri dialoghi. Prometeo racconta ciò che è successo, tesse le fila di un racconto antico, rivendica il suo diritto alla libertà e la giustezza della sua ribellione.
Sabato 27 settembre ore 18 – Joppolo Giancaxio
Le Fenicie e la follia della guerra
Il Collettivo PoEM, Potenziali Evocativi Multimediali, guidato da Gabriele Vacis, immerge “Le Fenicie”, la tragedia cantata da Euripide, in un grumo di contemporaneità, stavolta sulla scia di una domanda: che alternative abbiamo alla lotta? In questa “Meditazione su Fenicie” da una parte ci sono gli uomini, Eteocle e Polinice, che non conoscono altra possibilità alla guerra. Dall’altra ci sono le donne che suggeriscono altre strade. C’è Giocasta, la madre, che fa incontrare i fratelli con la speranza di sanare il conflitto dialetticamente. Ma fallisce. I due, come sappiamo, si uccidono l’un l’altro. C’è il coro fatto di giovani donne fenicie, quelle che rischiano di più. Donne che tracciano le vie per abitare la tragedia, che cantano, pregano, raccontano. Emily Dickinson ha scritto: “L’acqua si impara dalla sete. / La terra, dagli oceani attraversati. La gioia, dal dolore. / La pace, dai racconti di battaglia”.
Domenica 28 settembre ore 18 – Sant’Angelo Muxaro
I Sette a Tebe, una tragedia che parla al presente
È lo spettacolo del Collettivo PoEM, Potenziali Evocativi Multimediali, guidato da Gabriele Vacis, che in questo momento sta ottenendo maggiore successo in tutta Italia: nel caso del borgo sicano, i giovani attori partiranno dalla tragedia di Eschilo “I Sette contro Tebe” per trovare un bandolo che la ricolleghi al presente, trovandolo nei conflitti aperti, nella mancanza di memoria collettiva, nell’attesa della guerra che pare improcrastinabile. In un mondo dove si marcia per la pace, il conflitto rimane una delle strade che più si percorrono per “risolvere” situazioni all’apparenza irrisolvibili. La parola “riarmo” genera accesi dibattiti, ancora conflitti. In molte tragedie classiche a un certo punto compare la domanda che sta alla base di questa meditazione collettiva: “Come è cominciato tutto questo?”Eteocle e Polinice sono fratelli, gemelli. Il tempo in cui giocavano fuori dalla reggia, con le spade di legno, è finito e adesso sono uomini, impugnano armi vere. Avrebbero dovuto governare su Tebe un anno ciascuno, ma dopo il primo mandato, Eteocle rifiuta di consegnare il potere a suo fratello. Polinice pretende che gli accordi vengano rispettati. Eteocle adora comandare, non molla. Polinice mette su un esercito di argivi e dichiara guerra a Tebe, alla sua città, a suo fratello.Questa “Meditazione su Sette a Tebe” racconta la vigilia della guerra, non le conseguenze, ma la paura.
Prima della narrazione partecipata che prende spunto dalle tragedie classiche – già portate in scena da PoEM – saranno aperti altrettanti laboratori al territorio, dalle 15,30 alle 17. In scena gli artisti Davide Antenucci, Erica Nava, Andrea Caiazzo, Edoardo Roti, Enrica Rebaudo, Lorenzo Tombesi, Eva Meskhi, Roberto Tarasco.




