Ven. Ago 22nd, 2025

 I ricordi dello scrittore  Pascal Schembri con l’amico Pippo Baudo

di Paolo Cilona

—Ho chiesto allo scrittore Pascal Schembri di raccontarci la sua ultra quarantennale amicizia con il noto presentatore Pippo Baudo: ” l’ incontrai per la prima volta nel mese di marzo del 1966 nei corridoi degli studi televisivi della Fiera di Milano, quando io, per vivere, lavoravo come comparsa nel telefilm dedicato ad Americo Vespucci. In verità ero a Milano con la speranza di farmi conoscere come cantautore. Durante l’incontro da buon siciliano raccontai a Pippo le mie aspirazioni canore, e mi invitò di andarlo a trovare il giorno seguente all’albergo dove alloggiava in una via all’angolo degli uffici della Rai in Corso Sempione. Andammo alla sede Rai e gli fece ascoltare due mie canzoni che avevo fatto orchestrare e registrare a mie spese. Apprezzò molto le mie due canzoni e mi invitò a partecipare alla sua nota trasmissione 7 Voci con le mie canzoni “Sole di maggio” e “Karim”. In quella occasione ebbi modo di conoscere il maestro Nino Buonocore. Successivamente con l’orchestra del maestro Mario Robbiani partecipai a diversi programmi musicali con la Radio di Lugano. Intanto si rafforzava il mio rapporto di amicizia con Pippo Baudo, a tal punto di prendere il caffè  tutte le mattine.

—E poi cosa ti riservò il Pippo Nazionale?

“Nel mese di aprile del 1967 fui selezionato per partecipare alla trasmissione 7 Voci per difendere la giovane cantante Annarita Spinaci che era giunta seconda al festival di Sanremo con la canzone “Quando dico che ti amo pensa a me“. Il format era stato creato per promuovere gli artisti emergenti che avevano inciso un disco o di aver partecipato a dei festival della canzone. Purtroppo contro ogni pronostico vinse Barbara la mia antagonista. Se avessi vinto avrei dovuto cantare la mia prima canzone “Sole di maggio”.  Pippo Baudo tuttavia mi fu vicino dicendomi che a volte bisogna anche superare le ingiustizie che la vita ci offre. La mia delusione fu grande tuttavia, mi furono di sollievo le parole di Pippo e del maestro Bonocore.

—E poi Pascal cosa avvenne tra voi ?

Ci sentivamo per telefono. “In verità ci rincontrammo molti anni dopo nel corso della trasmissione televisiva ‘Domenica In’. A fine programma andai a salutarlo nel suo camerino donandogli il mio ultimo libro dedicato a Marcello Mastroianni. Di colpo mi ricordò quando gli feci la domanda del perché la sua camicia avesse una specie di coda, (tra me pensavo che gli servisse per contenere gli attributi). Invece era per mantenere la camicia sempre dritta, perché quando parlava e gesticolava la camicia poteva ondularsi. Quella coda gli serviva a tenere la camicia a posto. Ogni volta che tornavo a Roma il mio primo pensiero era di telefonare a Pippo. L’ultima volta che gli parlai aveva la voce molto rauca, ma lui mi assicurò che era stato un colpo d’aria. La sua dipartita mi ha profondamente colpito. Ricorderò per sempre la sua sincera amicizia. Addio caro Pippo.

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