di Mario Gaziano
Emozionante e coinvolgente rappresentazione dell’ ANDROMACA di EURIPIDE ad Alessandria della Rocca: emozionante per la ardita scelta del regista Tonino Pendino di proporre la famosa opera euripidea in lingua siciliana. Di più, in dialetto lisci nirisi ( di Alessandria della Rocca,appunto).
Emozionante perché tutto il piccolo paese di alta collina, tremila anime più o meno,è stato coinvolto e travolto dalle fortissime passioni dell’ animo tragico della Grecia antica.
Emozionante per avere visto un anziano regista con la scatola dell’ossigeno al collo pur di presentare la “sua” opera in preparazione da più di due anni ( a cui ha voluto la mia presenza).
La brillante conduttrice Federica Belluccia alla fine ha presentato in scena più di settanta presenze tra artisti tecnici costumisti scenografi musicisti.
Insomma tutto un microcosmo per esaltare la cultura classica antica, con anima siciliana con suo altrettanto arcaico dialetto.
Un trionfo dunque di un microcosmo ad esaltare la grandiosità della cultura ellenica classica da cui deriviamo come Magna Grecia. . Col supporto di grecisti e di grandi poeti popolari autoctoni.
Un grande impegno di cultura e di festa popolare, trascinata nei sentimenti e nelle passioni da una prorompente e coinvolgente Carola Calafiore ( Andromaca), dalla preziosa Teresa Fidanza (Ermione), dalla delicata Elena Cannata ( l’ancella) da una esperta e determinata Maria Fantauzzo ( anima e coro del tessuto narrativo). E un intenso addolorato Angelo Ferrante Bannera ( Peleo).
E poi Oreste,Menelao con rimandi a Cassandra,Teti, Agamennone, Clitennestra. Un mondo classico infinito esaltato nel cielo Siciliano dal dialetto di Alessandria della Rocca.
Un regia coraggiosa e felice. Una iniziativa culturale esaltante a dare dimensione e gloria alla nostra parlata,alla nostra lingua siciliana, come ha voluto precisare’ emozionatissimo ed entusiasta il sindaco Mangione: esempio identitario al di sopra di “esterofilie” culturali non sempre convincenti.



