(di Paolo Cilona) Ricordare per non dimenticare. Il Cepasa ha ricordato Nicolò Gallo nel 176 anniversario della nascita al Cimitero di Bonamorone dove riposa dal 1907 nella nuda terra agrigentina. Un appuntamento importante per magnificare uno dei personaggi più noti della vita politica Nazionale del secondo Ottocento. Nicolò nasce ad Agrigento (allora Girgenti) il 19 agosto 1849 da Gregorio e da Vincenza Gallo. Fin dall’ adolescenza appare già preso dalla passione politica, e insieme a un gruppo di giovani amici tra i quali i fratelli De Luca, F.D. Diana, Vincenzo Coniglio, C. Lo Presti, nel 1865 fonda nel 1865 la “Società dei discepoli di Dante” e il suo organo, il giornale Il Convito. L’obiettivo della Società era sintetizzato nel motto del Convito:”Unità, Libertà, Sapienza, Amore” un forte impegno per la diffusione della cultura e dell’istruzione al popolo. A Palermo consegue la laurea in giurisprudenza e subito dopo ricopre il prestigioso incarico di presidente del foro agrigentino. Nel 1876 sposa a Bivona Amalia Guggino. Un anno dopo è eletto, giovanissimo nella deputazione provinciale nelle file del partito liberale-progressista. I suoi impegni politici si moltiplicano. Dal 1882 al 1907 è deputato al parlamento Nazionale, ricoprendo incarichi di governo al ministero della Pubblica Istruzione e al ministero di Grazia e Giustizia. Per un breve periodo ricopre il prestigioso incarico di presidente della Camera dei deputati. Un uomo di cultura ma anche di governo. Scrive un interessante saggio “I partiti e la vita politica”. Le sue riconosciute capacità di studioso e il guadagnato prestigio politico lo portano prima ad assumere la carica di Presidente dei Liberi Docenti e poi ad occupare la cattedra di Estetica presso l’università di Roma. L’alba del nuovo secolo vede Nicolò Gallo proiettato, per fama e statura politica verso le più alte sfere delle istituzioni nazionali. Alcuni giornali riconoscono ormai in Gallo il “Presidente del consiglio in pectore”. Purtroppo muore improvvisamente il 7 marzo 1907 a Roma. Alla cerimonia di oggi sono intervenuti uomini e donne di cultura della nostra città che hanno evidenziato , attraverso attente e precise relazioni, il percorso umano e politico di Nicolò Gallo. Sono intervenuti i giovani del Leo club Turi Lo Sardo e Luigi Giannone, i poeti Tania Cutugno, Vera Di Francesco, Giuseppina Mira, Enzo Galvano, Rosario Maniscalco, lo scrittore Pascal Schembri. Le conclusioni sono state tratte dal prof. Franco Curaba. Nella città del silenzio e dell’oblio ci sono persone che in una giornata afosa hanno voluto ricordare uno dei figli più prestigiosi ed autorevoli di Agrigento. “Gli storici futuri non saranno così sfaccendati da occuparsi di me”. La modestia espressa in queste parole pronunciate dal Gallo in uno dei suoi discorsi alla Camera nel 18899, non ha impedito a questi agrigentini di ricordare il valore dell’uomo e della sua azione politica.


