di Nino Cuffaro
Quello di oggi è il secondo incontro pubblico dei progressisti, dopo l’esordio del 1° marzo scorso al Centro Pasolini.
Da allora, l’area progressista si è strutturata:
– Si è data un coordinamento
– Ha nominato un portavoce nella persona di Nuccio Dispenza
– Soprattutto, ha accolto nuovi compagni di viaggio
– Assieme ci siamo impegnati nella redazione di un corposo programma di governo che nel prossimo mese di settembre presenteremo alla città.
Un programma che è frutto di un lavoro corale a cui hanno partecipato oltre 20 persone, affrontando i temi:
• Della legalità e della lotta alla mafia
• Dell’immigrazione e della solidarietà
• Dell’urbanistica e del recupero del Centro Storico
– Delle politiche culturali (è ancora aperta la ferita provocata dalla improvvisazione, dai ritardi e dalla malagestione degli eventi di “Agrigento Capitale della Cultura”)
• Della viabilità sostenibile
• Della riqualificazione dei servizi
• Della cura verde pubblico
• Del recupero di aree e contenitori di pregio, oggi abbandonati (pensiamo a Parco Icori, Museo Civico, Palazzo Tommasi)
• Dell’università del Mediterraneo
• Del diritto a restare
• Del benessere animale
Un programma che non è definitivo, e mai lo sarà, perché non lo abbiamo concepito come un insieme statico di proposte, ma come una visione in divenire, pronta ad essere arricchita, integrata, risplasmata da contributi, punti di vista e sensibilità nuove che vorranno ad affiancare il nostro percorso.
L’aggregazione dell’area progressista ha il pregio di contrastare la tendenza, in atto da anni, alla desertificazione dei luoghi della partecipazione e della buona politica.
Aspiriamo a costituire uno spazio di incontro di persone, associazioni e partiti che vogliono contribuirere ad un processo di rigenerazione della nostra comunità politica.
Il campo progressista da troppo tempo si presenta come un mondo frammentato e rissoso, più aduso a creare steccati, piuttosto che legami tra le sue varie anime, e quindi bisognoso di ponti e di luoghi, fisici e ideali, da condividere.
Per questo abbiamo delineato un’area politica vasta ed inclusiva, che comprende partiti del centrosinistra, associazioni, singoli cittadini, che hanno un comune denominatore:
– L’insofferenza per lo stato di degrado in cui versa la nostra città, con servizi inefficienti dal costo sempre più elevato: basti pensare a: gestione dei rifiuti, al servizio idrico, alla pulizia, trasporti pubblici, verde pubblico.
– L’avversione ad un sistema di potere che trasforma i diritti in favori, privilegi e clientele
– Il bisogno di contrastare un regime pervasivo e corrotto (spensi al caso del dirigente comunale Gaetano Di Giovanni e a quello dell’appalto della rete idrica). Un Sistema che controlla tutti i gangli vitali della pubblica amministrazione: sanità pubblica e privata, comune, provincia, Ato rifiuti, Ato idrico, AICA, Ente Parco, Sovrintendenza e tutti gli altri uffici regionali. Una corazzata, quindi, capace di esercitare pressioni indebite e di garantire vantaggi ingiusti.
– Per finire con l’opposizione ad una manica di amministratori incapaci, che con la loro insipienza hanno fatto perdere alla città finanziamenti per opere pubbliche importanti.
– Ricordo negli ultimi anni i 45 milioni persi per la nuova rete idrica;
– I 12 milioni per il recupero della zona tra Piazza Ravanusella e via Atenea;
– O l’oltre 1 milione di euro per la ristrutturazione del museo civico (chiuso da quasi 60 anni);
– I 400 mila euro per la realizzazione di un punto informativo per i turisti.
Se queste sono le premesse, è chiaro che non possono sussistere accordi con quelle forze politiche che di questo sistema portano la responsabilità e attraverso iI quale hanno lucrato cospicui vantaggi elettorali.
Nessuna alleanza, dunque, con forze del centrodestra e con gli uomini che ne hanno impersonificato politiche e pratiche di governo deteriori.
Si discute, anche al nostro interno, vista la pervasività del sistema di potere che vogliamo contrastare, quali possano essere le possibilità di successo della nostra sfida.
Io sono fiducioso.
Vorrei ricordare, al riguardo, che ad Agrigento c’è già stata una esperienza politica vincente, antesignana dell’Area Progressista, un’aggregazione molto feconda e per molti versi assimilabile a quella nostra di oggi.
Agrigento, infatti, è stata la provincia della prima giunta progressista, che nel 1994 anticipò l’idea vincente dell’Ulivo del presidente Romano Prodi.
Allora l’avv. Stefano Vivacqua riuscì a mettere assieme in un unico schieramento il Partito Democratico della Sinistra, il Partito Popolare, Il Partito Socialista, i Verdi e finanche Rifondazione Comunista.
Fu quella una giunta importante, che lasciò il segno.
È a quei cinque anni di governo che dobbiamo due grandi intuizioni, che molti benefici hanno portato alla città:
• l’avvio del consorzio universitario Empedocle, che noi vorremmo si evolvesse in una università del mediterraneo.
• la tutela della Valle dei Templi da parte dell’Unesco, che ha rappresentato un volano per il decollo turistico della Valle di Templi, facendone il sito archeologico più visitato della Sicilia.
Agrigento può essere oggi anche un esempio da imitare a livello regionale, lanciando un’esperienza che può fungere da apripista per l’alleanza dell’Area Progressista alle successive elezioni regionali del 2027.
Stiamo portando avanti questa esperienza dei progressisti con realismo politico, ma anche con una solida prospettiva ideale.
Siamo nati nel solco del centrosinistra e li vogliamo rimanere.
Coscienti che la politica, per come dovrebbe intenderla la sinistra, si deve muovere su un binario:
• da un lato il realismo che incarna l’arte del governare e da concretezza al possibile;
• dall’altro l’utopia che si staglia all’orizzonte del desiderabile e tocca le corde più profonde dell’animo umano.
Ecco, prendendo a prestito le parole di un grande rivoluzionario dell’800, possiamo dire che noi vogliamo per Agrigento il pane, ma anche le rose.