di Gaetano Gaziano-foto di Diego Romeo
Grande emozione questa sera al Teatro dell’Efebo di Agrigento, dove la compagnia di Ugo Pagliai, un gigante del teatro italiano del Novecento, ha rappresentato lo spettacolo “Ovidio il poeta relegato – Metamorfosi dell’esilio”. Ovidio-Pagliai riflette sulla sua triste sorte di esule dopo essere stato uno dei poeti più acclamati alla corte di Augusto. E si interroga sulle possibili motivazioni che hanno indotto il volubile imperatore ad adottare quell’odioso editto di proscrizione, relegandolo a Tomi in Romania, nell’estrema periferia dell’Impero romano. Sarà stato perché ha visto alla corte imperiale qualcosa che non doveva vedere, come è successo al mitico cacciatore Atteone, raccontato nelle sue “Metamorfosi”, che vide involontariamente Diana nuda e per questo suo “crimine” fu trasformato dalla vendicatrice dea della caccia in un cervo sbranato dai suoi stessi cani che non l’hanno riconosciuto in questa nuova veste? O per avere scritto qualche carme sull’ars amatoria ritenuto licenzioso? Come che sia, a nulla sono servite le suppliche della moglie e degli amici al crudele imperatore romano di farlo tornare in patria. Il chiaro messaggio che si ricava dalla pièce di Ugo Pagliai su Ovidio è che i potenti non amano il dissenso e non perdonano. Ne sanno qualcosa, per restare solo nel campo dei letterati ed artisti, oltre allo stesso Ovidio, Dante Alighieri, Ugo Foscolo. Victor Ugo, Chopin, Joseph Conrad, Milan Kundera, Solzenicyn e tanti altri
Ma da Ovidio-Pagliai ci giunge anche il messaggio salvifico: per il letterato, l’artista, l’intellettuale in generale, c’è un sano rifugio: la cultura.
Ultima riflessione di Pagliai: la metamorfosi che viviamo tutti è la vecchiaia. Però Pagliai, che ad 87 anni calca ancora le scene, ci dà sicuramente una consolante lezione di vita.
A fine spettacolo, meritata standing ovation a Ugo Pagliai e alla sua compagnia teatrale. Con lui Barbara Capucci, Daniele Salvo (anche regista), Tommaso Garrè, testo di Luigi Raimo, musiche originali di Marco Podda e Patrizio Maria D’Artista.







