Dom. Lug 13th, 2025

Elena di Euripide : La causa di dieci anni di guerra è solo “aria”

Testo di Francesco Principato-fotogallery di Diego Romeo

Si potrebbe dire che Euripide, con la tragedia Elena, voglia riscrivere la storia mitologica affermando che non è il rapimento di Elena da parte del figlio del re di Troia a causare la feroce battaglia fra Achei e Troiani. Bensì l’incapacità dei popoli di interloquire, oltre alle solite facezie degli abitanti dell’Olimpo. Euripide cambia tutte le carte in tavola: la traditrice che abbandona il marito Menelao non è Elena bensì una creatura degli dei fatta di aria e di vento, mentre la reale regina di Sparta, la più bella donna del mondo è condotta dagli dei in Egitto alla corte del re Proteo e là, paradossalmente, si mantiene casta e pura.

Su questo specioso “doppio” il regista Nicasio Anzelmo impianta la sua visione drammaturgica di questa anomala tragedia euripidea: in scena gli specchi scindono le diverse prospettive dei protagonisti, l’impostazione recitativa ricalca la classicità del dramma ma il coro interferisce intonando brani da commedia musicale di diversa espressione; gli stessi personaggi sembrano oscillare fra passioni diverse. Amore e vendetta, esaltazione e pena, ragione e immaginazione, rassegnazione e speranza attraversano tutta la rappresentazione, dal prologo alla conclusione che, altra “anomalia” della tragedia greca, ha un happy end che soddisfa tutti. Soprattutto il pubblico di ieri sera del teatro dell’Efebo di Agrigento.

Cinque minuti di applausi finali, e altri a scena in corso, hanno dimostrato il gradimento dell’allestimento che già da un paio d’anni replica nei teatri antichi e nelle rassegne del teatro classico. Consenso che è stato tributato con calore agli ottimi protagonisti che, anche per l’affiatamento ormai consolidato, hanno dimostrato padronanza della scena e calore interpretativo. Prima fra tutti Silvia Siravo, una Elena eclettica e duplice per come concepita da Euripide, così come Alessandro D’ambrosi che interpreta Teoclimeno con piglio alterno da combattente furioso e ingenuo innamorato. E poi gli applausi abbracciano la famiglia Rigillo: Mariano il messaggero che regala un monologo cammeo da ricordare; Ruben Rigillo, paziente Menelao e Anna Teresa Rossini nei panni di una magistrale sacerdotessa Teonoe.

Ma se questa Elena del regista Nicasio Anzelmo porta il pubblico velocemente alla conclusione, se questa tragedia di Euripide mantiene alta l’attenzione del pubblico e al contempo diverte, il motivo forse va ricercato non solo nella lievità originale del testo, ma anche negli intermezzi musicali di Giovanni Zappalorto, negli interventi cantati e danzati dal coro. E allora è d’obbligo rimarcare le abilità canore, oltre che recitative, di Anna Lisa Amodio, Chiara Barbagallo e Gaspare Di Stefano, accomunati nel gradimento della platea  agli esperti protagonisti.

Pubblico soddisfatto anche di questa seconda rappresentazione della rassegna e all’uscita dall’antica cava dell’orto botanico di Agrigento non resta che riflettere su questa tragedia che alla fine tragedia non è. Non resta che considerare l’inconsistenza di ogni guerra, dettata da religioni o da potere; la forza dell’argomentazione logica al cospetto dell’offuscamento osservante; alla capacità di cambiare e rinnegare le cause degli abbagli causati da fede o militanze politiche. In fondo sul mare della vita, come per Menelao e Elena, occorrerà sempre che un altro, magari per la pietas latina, ci conceda la nave su cui far ritorno.

Related Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *