Lun. Lug 14th, 2025
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“Crisi idrica, no al nuovo pozzo a Santo Stefano di Quisquina: il Governo mette in campo scelte inadeguate e pericolose mentre l’Agrigentino continua a patire la sete”

“Mentre l’emergenza idrica in Sicilia è ormai diventata strutturale, il Governo si limita a inseguire le urgenze con soluzioni tampone invece di affrontare la questione alla radice. L’Agrigentino è ostaggio di una rete idrica vecchia di 80 anni, che disperde più del 50% dell’acqua lungo le condotte, mentre progetti strutturali di rifacimento vengono ignorati e si preferisce scavare nuovi pozzi in aree già fragili sotto il profilo idrogeologico e ambientale”. A dichiararlo è la deputata Ida Carmina (M5S), che ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere chiarimenti sull’appalto per il nuovo pozzo nel bacino idrico di Santo Stefano Quisquina. “La situazione è drammatica – prosegue Carmina –. Dal 2017 al 2025 ci sono state almeno 174 rotture lungo l’Acquedotto Voltano, lasciando a secco intere comunità per giorni e settimane. L’Aica, attuale gestore, invece di puntare su un piano di rifacimento della rete, avalla interventi discutibili come lo scavo di un nuovo pozzo in un bacino già sovrasfruttato. Invero diversi studi di professioni e docenti universitari, mai smentiti, asseriscono categoricamente che la falda e’ abbondantemente sfruttata e potrebbe collassare ,  con grave pericolo e nocumento per la comunità montana, la cui incolumità è priorità, rappresentata dal Sindaco Francesco Cacciatore, con cui abbiamo  condivido tante battaglie e che deve ritenermi al suo fianco per la tutela del territorio.

Il tutto tra presunte irregolarità procedurali, mancanza di trasparenza sugli atti di gara e con lavori avviati nonostante un contratto non perfezionato e un contenzioso aperto davanti al Tribunale superiore delle acque”.

Per la parlamentare pentastellata, la responsabilità è anche del Governo nazionale: “Non possiamo tollerare che Roma chiuda gli occhi davanti a scelte opache di certe autorità locali. La gestione commissariale per l’emergenza idrica non può essere un alibi per derogare a ogni regola di trasparenza e tutela ambientale. Servono investimenti vincolati per il rifacimento integrale delle condotte, perché continuare a mettere pezze sarà anche più immediato, ma non risolverà mai un problema strutturale che prima o poi esploderà definitivamente.”

Carmina conclude chiedendo un cambio di passo: “È ora che i fondi del PNRR, del Fondo di coesione e del Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027 vengano usati per un piano straordinario di rigenerazione delle infrastrutture idriche in Sicilia. Non possiamo permettere che l’acqua, bene primario, continui a perdersi in tubature arrugginite mentre cittadini, agricoltori e imprese restano senza acqua e senza futuro”.

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