Sab. Lug 5th, 2025

NARRAZIONI di Vincenzo Arnone è “il canto del credente”

Prefazione  di Ugo De Vita

Tentazione “di poema”, la raccolta poetica Narrazioni di Vincenzo Arnone è espressione di un sistema ritmico metrico in filigrana, ricercato e colto. Memoria del genere letterario della “ visione”, è questa di Arnone da Dante a Blake, al Caproni delle “Stanze  della funicolare”.

Con il tema novecentesco del paesaggio, in cui ombra e luce al ricordo confondono, e la nitidezza della memoria tuttavia evoca incontri e luoghi, come nella lirica,  che è mirabile incipit della silloge in cui si animano  e tornano in Lungarno Ferrucci, accanto all’autore,  Orazio Costa e Mario Luzi.

Una passeggiata, questa di Arnone, che riporta a “ loci” virgiliani e danteschi e si perpetua in itinere. E allora noi abbacinati dalle luci dell’alba dal borgo e dalla città, siamo innanzi a volti rugosi fini alle saline di Salina e il passato e il villaggio si mescolano a visioni recenti con la Chiesa dell’Autostrada e ancora la  bella Fiorenza di tabernacoli  e mercati.

Magnifica appare Firenze, e di raccolta bellezza,  di quel “ sempre” che va cercato in luogo dantenascita, qui la parola poetica di Arnone si declina  a mirabili figure di senso e compie miracolo e il “ podestà fanciullo”, apre lo spirito allo scherzo, facendo pensare ai versi modernissimi di  Zeichen.

Credo si possa dire che questa voce di sacerdote e poeta sia “canto del credente” senza più dubbio sulla futura sorte, oscillante favilla nel disfacimento  del nostro quotidiano. Non aggrappandosi ad alcuna “consolatio”,  vibrando al verso Arnone  consegna la visone come  “ferita dell’anima”, più che occhio non rinunciando alla speranza, poiché come ci sussurra, non è mai l’ora, in preda alla paura,  di “ chiudere” il nostro  cuore.

Narrazione  II (da Narrazioni)

Viaggiamo   sul treno

una sera d’autunno

attraversando  sagome di paesi e casali

tra Palermo e Agrigento.

Il leggero rumore dell’acqua

accompagna

il silenzio e il dormiveglia

di viaggiatori abbandonati.

Mi narro me stesso

legato alle ombre  di figure

vaganti,

dentro una cornice

di nomi, parole e sembianze poetiche.

Ci fanno  compagnia

nel viaggio veloce, ma sempre lento,

il niente, il tutto, il sogno,

legati a brandelli di vita,

a Comitini  come a Domodossola.

Poi silenzio, silenzio notturno,

nero, sperduto  tra i campi:

Sciara-Aliminusa, Montemaggiore- Belsito,

Roccapalumba, Lercara,

Castronovo  di Sicilia,

 Cammarata ,  San Giovanni Gemini:

appollaiata sulla cima 

d’una ripidissima montagna

come un falco

cui hanno mozzato le ali.”

il fischio veloce

 d’un capostazione infreddolito.

Poi Campofranco, Comitini, Caldare

e l’ultimo tratto veloce:

come dire: arriviamo, arriviamo.

Mi narro la storia di me,

degli altri, assonnati e annoiati:

il mio corpo,  il mio volto,

il  silenzio e le borse,

le scatole, gli ombrelli

che si accompagnano a noi.

Storie di paese,

stampate sui volti.

(17 dicembre 2024)

VINCENZO ARNONE, autore dei “Dialoghi sulla montagna”, (rappresentato al Teatro Andromeda) sacerdote-scrittore di Favara, ha pubblicato   varie opere di carattere religioso, letterario, saggistico, teatrale.

Segnaliamo: Bibbia  Letteratura,  Il vegliardo di Patmos, La leggenda del raccontatore errante, La saga dei Tomasi,  Come Dio si muove sul palcoscenico, Dio è morto ?

Ha organizzato a Firenze 10 Convegni di scrittori di ispirazione cristiana su tematiche  religiose, letterarie e artistiche  di grande attualità.

I suoi testi teatrali  sono stati messi in scena  in varie città d’Italia;  vanno segnalati  in modo particolare  quelli  rappresentati  in Palazzo Vecchio di Firenze   su Savonarola, Michelangelo , Leonardo da Vinci , nella chiesa di San Nicola ad Agrigento, nel Teatro Andromeda di Santo Stefano Quisquina

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