di Francesco Principato
Non è degli spettacoli andati in scena al teatro greco di Siracusa che vogliamo scrivere, non di Elettra di Sofocle, vendicatrice passionale che sembra uscire da Dune o altri film distopici; non del possente Edipo esule a Colono che viene onorato solo perché chi ne conserva il cadavere diviene potenza invincibile (oggi sarebbero in molti a contenderselo, dopo averlo ammazzato). Vogliamo scrivere dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico, onlus con controllo del ministero della cultura e del suo impegno nella messinscena della tragedia classica. Vogliamo riflettere un attimo sulla politica economica dell’INDA che non si può dire popolare e nemmeno “economica” se consideriamo il punto di vista degli appassionati del teatro classico.
Non vogliamo prendere in considerazione i bilanci milionari della fondazione, non abbiamo tempo e competenze specifiche per spulciare i dettagli contabili, ci basta leggere dei quasi tre milioni di contributi e di quasi sei milioni di ricavi da vendite e prestazioni (bil. al 31/12/24). E’ proprio sulle vendite che vogliamo focalizzarci, le vendite dei biglietti per gli spettacoli.
Il costo per assistere a una rappresentazione al teatro greco di Siracusa oscilla da un minimo di 35 Euro fino a un massimo di 70 euro. Non sono certamente prezzi popolari, anche se alcuni spettacoli sono a costo ridotto e fisso (da 18 a 28 euro a seconda dello spettacolo) per ogni ordine di posto, ma detto sconto è riservato solo ai residenti nella provincia di Siracusa e solo se il ticket è acquistato in presenza.
Ora, volendo sfogarsi un attimo, avvisiamo subito che i biglietti da 35 euro sono praticamente in alto, tipo il terzo anello di San Siro: per vedere l’espressione degli attori occorre il binocolo. Magari si potrebbe ovviare con uno schermo gigante che proietti immagini in primo piano. Certo che la classicità perderebbe qualcosa ma pensiamo che nessuno se ne lamenterebbe, d’altronde certe regìe sembrano già proiettate nell’attualità (ma abbiamo detto che degli spettacoli non ne parliamo, lasciamo il compito ai recensori ufficiali).
Altro avviso: l’Inda noleggia i cuscini ma il problema doloroso più che alle natiche è alla schiena che senza appoggio non vede l’ora che arrivi la scena finale. Certo che i posti da 70 euro sembrano più comodi e consoni per assistere a una tragedia greca ma il costo mi sembra eccessivo per una manifestazione culturale promossa da una fondazione onlus. Abbiamo già detto dell’ingente incasso prodotto dai mediamente 4 mila spettatori ad ogni rappresentazione, così come abbiamo detto dei contributi pubblici, quindi cosa si vorrebbe dire?
Si vorrebbe che le rappresentazioni teatrali avessero un prezzo compatibile con un evento culturale di massa e pubblicamente finanziati. Non si chiede un biglietto politico, ma che le serate a ingresso unico al prezzo di 18 Euro dalle attuali 15% del cartellone, venissero incrementate al 30% e, soprattutto, che non siano limitate al solo pubblico siracusano.
Insomma, gli spettacoli sono senza dubbio ottimi e da vedere, ma a conti fatti una coppia di “teatromani” fra biglietti di ingresso, costo dello spostamento e del pernottamento può permettersi il teatro antico una volta ogni morte di… pardon, al massimo ad ogni lustro.
Resteranno sempre fondi per manifestazioni collaterali e… non si dica che la manifestazione dei Teatri di pietra è la stessa cosa.