Mer. Giu 4th, 2025

 Da Agrigento a Siracusa passando per mare e barocco

di Francesco Principato

L’occasione è quella di andare vedere e recensire gli spettacoli classici al teatro antico del parco Neapolis di Siracusa. La distanza da Agrigento, considerevole per la pessima viabilità in questa zona sud della Sicilia, mi suggerisce di spezzare in tappe il viaggio in auto. Ma è la voglia di sbariu che mi fa proporre alla mia consorte un breve tour fra barocco, arte e natura. Detto fatto, prenotiamo online alcune camere a prezzo sociale: 50/60 euro di media per una matrimoniale a Ragusa, Noto, Siracusa; non saranno regge ma dobbiamo soltanto dormirci dopo una doccia rigenerante. L’itinerario prevede la percorrenza della S.S. 115 fino a Scoglitti per poi risalire per il castello di Donnafugata e Ragusa.

Meno male che non abbiamo vincoli di percorrenza né orari da rispettare, perché la S. S. 115 è in assoluto la strada più panoramica che esista in Sicilia: nel senso che percorrendola a una media di 50/60 all’ora si ha tutta la possibilità di rimirare i paesaggi che circondano la via. Nei pressi di Licata o nell’attraverso di Gela si può addirittura chiacchierare con i licatesi o i gelesi mentre stai in file chilometriche. Dicono che c’è una autostrada Gela/Siracusa ma non se ne vede l’ombra.

Nei pressi di Santa Croce di Camerina e Vittoria ci fermiamo in un’aria di servizio per un caffè. Entriamo nel bar e la prima cosa che chiedo al barista (veramente la seconda perché la prima… la immaginate facilmente) è come mai ci fosse così poco traffico in quel tratto che attraversa campi di serre e colture agricole. La risposta è amareggiata: quasi tutte le serre sono state abbandonate e tutto il traffico che c’era fino a dieci anni prima non esiste più, quasi tutte le terre del circondario sono in vendita. Mi indica il banco del bar dove un paio di cornetti si sentono tristi e solitari e si consolano flirtando con una paio di pezzi di pizza margherita. Mi confida, il barista gestore proprietario, che prima aveva la fila alla cassa ora non c’è quasi più nessuno da servire e auindi anche l’area di servizio compresa di bar è in vendita. Salutiamo tristemente e andiamo.

Cominciamo la salita verso gli Iblei, inanelliamo curve e tornanti fino al Castello di Donnafugata e appena arriviamo la tristezza del barista/benzinaio la dimentichiamo: il parcheggio dell’antica e storica dimora dei nobili Arezzo di Donnafugata è pieno di auto e di autobus turistici, i vecchi edifici contornanti il maniero sono riadattati a bar, ristoranti, negozi di souvenir e sono tutti affollati di turisti. Penso che c’è ancora speranza per questo pezzo di Sicilia, forse.

Facciamo la fila alla cassa per comprare i biglietti del sito gestito dal comune di Ragusa: prezzo di 10 euro per visitare le sale del castello, la mostra degli abiti d’epoca e il parco con labirinto. Il prezzo scende a 7 euro per gli ultra sessantacinquenni, chiedo lo sconto e ci prendiamo, io e mia moglie, i complimenti della scettica cassiera che non credeva alla nostra vetustà.

Il Castello di Donnafugata è da vedere, vale bene una tappa lungo il nostro viaggio verso Siracusa. In principio era una torre del 1200 costruita con scopi difensivi che nei secoli XIV/XV fu ampliata dai Chiaramonte (manco a dirlo) per accogliere la fuga di Bianca di Navarra, scappata dal cattivo conte di Cabrera. Da qui il nome ma la sontuosità e le bellezza della costruzione si devono  agli ampliamenti edificati dal barone e senatore Corrado Arezzo: a lui si devono gli archi neogotici e la loggia. Delle centinaia di stanze, una ventina sono visitabili e sono sede del MuDeCo: una ricca galleria di abiti signorili da 1600 agli inizi del 1900. Molto belli, integri e ammirevoli. Un giro nel parco ci permette di ammirare la parte retrostante del castello, quella più antica ricca di bifore e trifore, di torri con scale a chiocciola, di facciate medievali. Il giro nel parco ci porta in un vero labirinto murario, non ci avventuriamo perché il sole picchia, è ora di pranzo e non vorremmo patire la fame cercando l’uscita. Defluiamo nella piazza antistante e moltitudini di visitatori sono all’assalto dei chioschi, monopolizzati da scolaresche, e ristoranti, occupati da teutonici visitatori alle prese con boccaloni di birra. Troviamo posto in un trattoria che riesce a rifocillarci in meno di due ore, così alle 15,00 possiamo riprendere la salita verso Ragusa. (prima puntata)

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