Sab. Mag 3rd, 2025

LO SGUARDO DI GIANNI PROVENZANO

di DARIO ORPHÉE

L’eleganza di Gianni Provenzano, secondo il mio parere, non ha pari. Non mi riferisco alla figurazione, che risulta matematicamente perfetta, ma all’immediatezza dei suoi racconti. Ogni dipinto di Provenzano è un palpito del nostro affetto, o del suo affetto, nei confronti dell’esistenza ( di quale parte dell’esistenza, capiremo dopo). Da un semplice tufo, da un semplice campo in primavera, da un accenno di mare, da uno sguardo in un ritratto, egli ne ricava l’essenza, facendone trasparire la luce nascosta dalla materia, il significato della pura essenza. Tutto è “cucinato” dalla memoria che egli ha dei paesaggi, tra loro analoghi, di Naro e Agrigento: dalla memoria vibrante come l’emozione Ma a prevalere è il senso malinconico dell’esistenza (ecco quale parte). Stanno in silenzio le pagine di cronaca accarttocciate, e nel loro silenzio raccontano ciò che non sono.

GIOVANNI PROVENZANO

E‘ nato a Naro nel 1948. Ha frequentato a Palermo l’istituto statale d’arte e l’accademia di Belle Arti. Ha seguito un corso di affreschi sotto la guida di Alfonso Amorelli. E’ stato grafico di redazione al Giornale di Sicilia . Il catalogo di una mostra all’Endas , sempre a Palermo, è stata presentata in catalogo da Giacomo Baragli

 

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